Antonella Polimeni è rettrice dell’Università La Sapienza di Roma. Medica dentista e professoressa universitaria, era già preside della facoltà di Medicina e chirurgia.

La sua elezione a novembre è stata una notizia. Perché? Perché La Sapienza è la più grande università d’Europa, con 120 mila studenti e tantissime discipline diverse. Ma soprattutto perché La Sapienza, come la maggior parte delle università italiane non era mai stata diretta da una donna. Al momento sono solo 7 le rettrici in Italia.
Foto dal sito antonellapolimeni.it
I dubbi intorno a come chiamarla (e come la devi chiamare? Rettrice! Non è difficile…) ci danno l’opportunità di ricordare che tutte le professioni si possono esprimere al femminile: perché se vi suona bene che sia cassiera o la bidella, non dovrebbe farvi impressione se sono rettrice o architetta. A riguardo, vi consigliamo questo articolo molto completo -che smonta tutti gli argomenti più comuni contro l’uso del femminile- della linguista Vera Gheno su Valigia blu.
Sono d’accordo, la “femminizzazione” dei nomi di professione va fatta. E le donne in questo tipo di posizione devono contribuire, altrimenti essi non suoneranno mai al femminile e al maschile continueranno a veicolare maggiore … competenza… importanza… (solo per dirne un paio). Ed è assodato, ne parlava apertamente Chiara Volpato in uno dei suoi libri, salvo poi farsi mettere sulla quarta di copertina “professore” anziché “professoressa”… cosa che non ho potuto non rilevare recensendo il libro due anni fa. Lo trovate su https://manuelabonfanti.wordpress.com/2018/12/27/peccato-professor-volpato/
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