“Le donne sono state oggettivate dalla fiction e dalla legge patriarcale nel corso della storia, quindi restituire il loro status di soggetto, la loro soggettività è restituire i loro desideri. Le eroine non hanno le stesse opportunità degli eroi di avere libertà di progetto. La fiction non è uno spazio sicuro per i personaggi femminili. Non si liberano dell’oppressione lì. Non si tratta di raccontare il periodo storico in cui vivono perché raramente hanno l’opportunità di vivere pienamente. Si tratta invece di raccontare ciò che provano. Il Ritratto di una donna in fiamme guarda e racconta solo i desideri dei suoi personaggi, perché questi non hanno la libertà di imporsi. Quindi si tratta di come il loro desiderio venga soddisfatto per un breve momento. Il desiderio è opportunità di fiction per le donne”
Una delle registe più dotate e interessanti degli ultimi vent’anni, ha incentrato la sua ricerca artistica sullo “sguardo delle donne”. Il suo penultimo film “Ritratto della giovane in fiamme” (Portrait de la jeune fille en feu) ha suscitato una grande sensazione e è stato premiato con la Palma d’oro a Cannes. L’ultimo film “Petit Maman” ha ricevuto consensi unanimi da parte della critica e del pubblico in tutto il mondo.
Non ho visto i film, colpevolmente perchè sapevo fossero diretti da una regista
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