
L’abbiamo amata per la sua arguzia, per il suo spirito caustico, per il suo carattere forte. A ben vedere, “carattere forte” nel suo caso è riduttivo, anzi, è proprio un eufemismo.
Diciamo la verità: noi l’abbiamo amata per il suo caratteraccio.
E l’abbiamo amata per il suo non conformarsi mai, per una tenace, difesissima libertà creativa e di satira.
Non si è mai fatta inquadrare in nessun movimento, neppure quello femminista – per quanto lei stessa sia stata (e sia tutt’ora, anche in morte) un esempio di forza e emancipazione per noi donne.
Insomma, ha sempre “diretto” il proprio pensiero e non si è mai fatta dirigere.
Le pagine del Guardian, del New York Times, e del Die Zeit la ricordano come una delle registe più importanti e iconiche dei nostri tempi, ma per noi – e per me personalmente –
Arcangela Felice Assunta Wertmüller von Elgg Spanol von Braueich, in arte Lina Wertmüller, rimarrà una figura di donna libera, prima ancora che artistica, di assoluto riferimento.
Sono pienamente d’accordo, impossibile metterle un’etichetta
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