
Abbiamo aperto il nostro calendario dedicando la prima pagina alle donne che lottano per i propri diritti in Polonia. Lo chiudiamo con un altro gruppo di donne che lottano per i diritti fondamentali: le attiviste Sviatlana Tsikhanouskaya, Svetlana Alexievich (Premio Nobel per la letteratura 2015), Maryia Kalesnikava, Volha Kavalkova e Veranika Tsapkala.
Nella foto: Sviatlana Tsikhanouskaya riceve il Premio Sacharov per la libertà di pensiero © Unione europea – Fonte: PE
Nominiamo loro per omaggiare tutte le donne e gli uomini che non si piegano davanti alla dittatura di Lukashenko, che dura dal 1994, e che scendono in piazza, scrivono e agiscono a costo della propria vita e della propria libertà. Decine di migliaia di manifestanti sono statə arrestatə, moltə, fra cui anche Sviatlana Tsikhanouskaya, sono state costrette a lasciare il paese, alcune sono morte per le violenze della polizia.
Tsikhanouskaya si è candidata alle elezioni di agosto perché ci fosse qualcuno a sfidare Lukashenko, per guidare poi la transizione verso elezioni libere e democratiche. Infatti la lotta di queste donne e di questi uomini non è per il potere, ma per la libertà. Quella stessa libertà di scegliere del futuro del proprio paese che è negata da elezioni truffa (nell’ultimo scrutinio, quello di agosto 2020, il presidente in carica risulta vincitore con l’80% dei consensi), dalla mancanza di indipendenza della stampa e della magistratura.
Sviatlana Tsikhanouskaya e Veranika Tsapkala hanno ricevuto il premio Sacharov per la libertà di pensiero il 16 dicembre al Parlamento europeo. In quella cerimonia, Tsikhanouskaya ha descritto alcune cose che possiamo fare per sostenerle: continuare a parlare di loro, ma anche inviare il nostro sostegno concreto, mandando messaggi alle resistenti e alle loro famiglie.
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